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immigrazione Il Viminale fissa le quote dell’accoglienza: la regione supera già il tetto massimo. Accordo Stato-Comuni

TRIESTE. Il nuovo Piano nazionale di riparto dei migranti sul territorio nazionale, una volta entrato completamente a regime, è destinato a bloccare il possibile arrivo in Fvg di nuovi richiedenti asilo trasferiti da altre aree d’Italia. Non per il valore politico in sé dell’accordo stretto tra il neo-ministro dell’Interno Marco Minniti e il presidente nazionale dell’Anci Antonio Decano, quanto per le cifre contenute al suo interno.

Il “patto” tra Stato ed enti locali, infatti, prevede una sorta di proporzionalità nell’accoglienza dei migranti rispetto alla popolazione residente che si attesta su 2,5 posti ogni mille cittadini, cioè un richiedente asilo ogni 400 abitanti.

Considerato, quindi, che stando ai numeri del Viminale di ieri, il Fvg ospita 4 mila 814 persone, cioè un migrante ogni 250 residenti, che significa due profughi ogni 500 abitanti, bene si capisce come il tetto massimo sia stato già ampiamente superato, anche perché restano sempre valide le quote di riparto per singola regione che, per noi, equivale a poco più del 2% di chi è sbarcato in Italia o arrivato via terra.

Un accordo soddisfacente? Non del tutto per l’assessore regionale alla Solidarietà Gianni Torrenti che rilancia spiegando come «resta da capire cosa succederà con i profughi in eccesso rispetto alle quote» e sottolineando che sarebbe stato preferibile «un tetto pari a 3 richiedenti asilo ogni mille persone, cioè l’equivalente delle attuali necessità».

Accordo e contributi
Nelle pieghe dell’accordo firmato al Viminale, si prevede che i Comuni che aderiscono al Servizio di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) saranno salvaguardati da ulteriori invii – ma si escludono i centri di prima accoglienza come l’ex caserma Cavarzerani a Udine, la Monti a Pordenone e il Cara di Gradisca d’Isonzo – e, soprattutto, una serie di incentivi economici per quegli enti locali che appoggiano l’accoglienza diffusa.

Quanto? Non è ancora dato saperlo. Di certo, al momento, c’è soltanto il tesoretto da 100 milioni di euro che il Governo (quello guidato da Matteo Renzi) ha inserito nella legge di Bilancio nazionale destinato ai Comuni che hanno accettato, in questi mesi, di accogliere sui loro territori alcuni richiedenti asilo.

Come spiegato dall’ex premier, la norma prevede l’assegnazione di un contributo una tantum da 500 euro per ogni profugo con i sindaci che potranno spendere questa sorta di bonus senza alcun vincolo, quindi a loro totale discrezione.

La data da prendere come riferimento per lo storno dei contributi statali è lo scorso 15 ottobre. Per il Fvg, quindi, l’ammontare dei fondi è pari a 2 milioni 409 mila considerato come due mesi fa – stando al cruscotto giornaliero sulla presenza dei migranti in Italia del Viminale – in regione ci fossero 4 mila 819 richiedenti asilo.

La Regione
Non compie balzi di gioia Torrenti. L’assessore regionale alla Solidarietà, prima di esprimersi sull’accordo Viminale-Anci attende di verificare come avverrà l’applicazione sui territori. «Vorrei capire se il tetto dei 2,5 profughi ogni mille abitanti – ha spiegato – sarà vincolante e, nel caso, come si comporterà il ministero con le quote in eccesso.

Attualmente in Fvg siamo, più o meno, sopra di 600 unità rispetto alle distribuzioni stabilite da Roma, ma mi sembra arduo, considerata la situazione globale a livello nazionale, che ci possano essere altri trasferimenti fuori Regione. Un altro tema, poi, riguarda gli incentivi del Governo visto che di certo, sino a questo momento, ci sono soltanto i 500 euro a migrante una tantum inseriti nella legge di Stabilità».

Torrenti, in questo senso, chiede all’esecutivo un provvedimento di tipologia diversa rispetto al passato. «Piuttosto che spendere 35 euro al giorno a migrante – ha concluso – sarebbe auspicabile che il Governo autorizzasse i Comuni ad assunzioni mirate per la gestione dell’immigrazione. I profughi aumentano la popolazione di un territorio e necessitano di tutta una serie di servizi.

Per cui sarebbe opportuno che almeno una parte dei fondi europei utilizzati in materia potesse essere destinata all’implementazione del personale locale: dalla polizia municipale, agli uffici, sino ai gestori dei servizi sociali».

Minori non accompagnati
Una buona notizia per gli enti locali del Fvg arriva dalla legge di Bilancio regionale. La giunta, infatti, ha deciso di coprire al 100% tutte le spese sostenute dai Comuni – pure di quelli sopra i 15 mila abitanti che fino allo scorso anno ottenevano uno storno pari all’80% dei costi a carico della Regione – per l’accoglienza dei minori non accompagnati per i quali non bastano le somme erogate dal ministero (54 euro al giorno).

Tra le poste del Bilancio, quindi, sono stati inseriti 5 milioni di euro, aumentando la disponibilità precedente di un milione, sufficienti a coprire l’intero fabbisogno maturato nel 2016.

FONTE: MessaggeroVeneto - 16 Dicembre 2016



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