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Latisana alluvione 1965-1966 Il silenzioso ricordo delle vittime della furia del Tagliamento. Nel 1965 e nel 1966 la doppia tragedia che sconvolse la Bassa. Una corona di lumini è stata fatta scivolare sulle acque del fiume durante la cerimonia di commemorazione

LATISANA. Quindici rintocchi di campana. Quindici rose rosse deposte ai piedi dell’altare in Duomo. L’omaggio, silenzioso, che la comunità di Latisana ha tributato alle vittime, undici nel 1965 e quattro nel 1966, delle due alluvioni che hanno duramente colpito la città della Bassa friulana.

A scatenarsi, due anni di seguito, fu la furia del fiume Tagliamento, che invece, placido, ha accolto una corona di lumini, lasciata scivolare sulle sue acque dai volontari del gruppo comunale di Protezione Civile, sempre per omaggiare quanti hanno perso la vita in quelle acque.
Il ricordo di un dramma che Latisana, come ha spiegato il sindaco, Daniele Galizio, ha diviso con altre piazze ben più importanti, tutte duramente colpite nel ’66, come Firenze e Venezia.



Ma la città ha saputo presentarsi unita all’appuntamento con la memoria. «Un bagno di fango quello del 1965 e del 1966 che Latisana non dimentica, non può dimenticare, proprio come il titolo della serie di incontri promossi in queste settimane», ha ricordato il sindaco, «che hanno avuto un duplice obiettivo: da una parte quello di riportare alla memoria di chi c’era le due disastrose alluvioni del fiume Tagliamento e, dall’altra, di risvegliare nelle nuove generazioni la consapevolezza di quei tragici avvenimenti e l’importanza della messa in sicurezza del Tagliamento, fiume che tutti noi vorremmo finalmente vivere come un’opportunità.

Sono passati 50 anni: le alluvioni che si sono susseguite a circa 14 mesi di distanza l’una dall’altra hanno lasciato una ferita profonda nel cuore della nostra comunità. È per questo motivo che abbiamo voluto ripartire dalla nostra comunità.
Sono passati 50 anni, ma soprattutto si sono succedute più generazioni. Sono convinto che momenti tristi come quelli che ricordiamo oggi possano aiutarci a compattarci, a ritrovarci e a ripartire».
Prima di dare la parola all’assessore regionale all’ambiente, Sara Vito, «qui con noi a testimoniare la vicinanza della Regione», ha detto Galizio, il primo cittadino ha lanciato uno “stoccatina”. «La serata è stata ideata per dare spazio alle emozioni e ai ricordi, quanto a noi politici», ha concluso il suo intervento Galizio, «c’è bisogno che si torni a fare politica, quella vera, quella che serve a risolvere i problemi del Paese.
Lavoriamo tutti assieme perché dopo troppi anni problemi, come quello della messa in sicurezza del fiume Tagliamento, siano risolti e i nostri cittadini e le attività economiche possano finalmente lasciarsi alle spalle la paura di nuove inondazioni e affrontare le nuove sfide che ci aspettano».
Nel suo intervento di saluto, l’assessore Vito ha sottolineato come senza polemica i problemi si affrontano e si risolvono, proprio come accaduto negli ultimi mesi, con una trattativa continua con il Ministero dell’ambiente e con la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, della Presidenza del Consiglio, per riprendere in mano l’accordo di programma del 2003 e svincolare quei 40 milioni di euro, bloccati da 13 anni, da utilizzare per un primo stralcio di intervento, quello che i tecnici hanno ritenuto il più urgente, da mettere in atto nel basso corso del fiume, riprendendo con i diaframmi negli argini, dove ancora mancano e con un intervento di sollevamento del ponte stradale che attraversa il fiume, fra gli abitati di Latisana e San Michele al Tagliamento.

Un po’ come già fatto con quello ferroviario, qualche anno fa. Le priorità di intervento sono emerse dall’ultimo studio affidato all’Autorità di bacino, che ha definito prioritario l’intervento a valle, in difesa sia della sponda friulana che di quella veneta, rinviando in un secondo tempo gli interventi a monte del fiume.

FONTE: MessaggeroVeneto - 04 Novembre 2016


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