Qualche giorno fa un amico mi ha chiesto che cosa vuol dire essere militante politico. Effettivamente, mi sono reso conto che per chi non vive la quotidianità di un movimento politico può non essere chiarissimo il concetto di militanza. Così, dato che la domanda potrebbe sorgere anche ad altre persone, ho deciso di scrivere questo articolo per spiegare quali sono secondo me gli aspetti fondamentali per essere un buon militante di un movimento politico. (Andrea Tomasella)
1)- La tessera non basta
Avere la tessera di un partito non significa essere militante. Può rappresentare il primo passo verso l’ottenimento di tale status, ma essere un semplice tesserato può vuol dire anche che si condividono alcuni o tutti i punti programmatici del movimento e che si desidera supportarne le iniziative, senza però essere vincolati alla vita attiva del movimento.
2)- Regole e gerarchie
Quando si è militanti di un movimento politico, nel male e nel bene, si sceglie anche di accettarne lo statuto e la gerarchia interna, elementi indispensabili per garantire ordine e funzionalità. Non c’è nessun obbligo ad aderire a un particolare movimento politico, per cui, se non se ne condividono le regole e la gerarchia ci si può rivolgere altrove, o in alternativa fondare un proprio movimento.
3)- Partecipazione
Non vi è militanza senza partecipazione! Essere militante di un movimento politico vuol dire anche partecipare attivamente alla vita associativa con volantinaggi, banchetti informativi, attacchinaggi, riunioni e manifestazioni nazionali. Bisogna essere sempre pronti a fare la propria parte per il partito.
4)- La militanza non è un concetto astratto
Non esiste la militanza “un tanto al chilo”, ognuno può contribuire in base alle proprie capacità ma non esiste un’interpretazione soggettiva del concetto di militanza. Tanto lavoro e pochi riconoscimenti, d’altro canto si lavora per un ideale ed è il raggiungimento dello stesso a rappresentare l’unico e vero appagamento per il proprio impegno.
5)- Gioco di squadra
Lo scopo di ogni militante dovrebbe essere il raggiungimento degli obiettivi che il movimento si pone ed è più semplice riuscirci con il gioco di squadra. Il difficile contesto socioeconomico in cui versa l’Italia impone lavoro duro e congiunto per il bene della collettività.
6)- Rispetto reciproco
La militanza è anche rispetto, sia verso il proprio collega di partito che nei confronti dei militanti di un altro movimento. Ultimo, ma non meno importante, il rispetto verso tutti i cittadini e gli elettori che ripongono fiducia nel movimento.
7)- Idee, proposte e progetti
Portare le proprie idee, proposte e progetti è essenziale affinché il movimento possa crescere e affrontare al meglio le sfide della contemporaneità. I tempi cambiano e la capacità di volgere lo sguardo al futuro, senza dimenticare le proprie origini, è un elemento imprescindibile per ogni militante.
8)- Avere voglia
Senza voglia di mettersi in gioco in prima persona non si va da nessuna parte. Se si è stanchi, svogliati o ci si sente incompresi, è sicuramente meglio risolvere prima le proprie questioni e poi, quando la mente sarà più sgombra, tornare a fare militanza. Quando si milita con altre persone, ognuno deve poter contare sull’altro e per questo è essenziale poter fare affidamento su persone propositive e sempre motivate.
Conclusioni:
Quanto avete letto è un buon riassunto di ciò che intendo per militanza politica, che deve essere fattiva e rigorosa, ma anche spontanea e formativa. Se conoscete degli altri aspetti che vorreste aggiungere alla lista, scriveteli nello spazio per i commenti, per me sarà un vero piacere conoscere la vostra opinione a riguardo. Inoltre, vi comunico che parlerò di militanza anche nel prossimo video in uscita martedì 14/06 sul mio canale YouTube, dunque continuate a seguirmi e, se vi è piaciuto, condividete questo articolo con tutti i vostri amici, ne sarò davvero contento!