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Profughi in tutti i Comuni: "No" dei municipi più piccoli (Profughi e accoglienza)

no profughi Bocciato il piano del Viminale che prevede da 6 a 60 migranti in ogni ente locale. Cecotti (Visco): «Disatteso l’accordo con l’Anci e scavalcato il ruolo dei sindaci»

UDINE. Il piano di riparto dei richiedenti asilo proposto dal prefetto Vittorio Zappalorto per la Provincia di Udine – in base alle nuove direttive del Viminale – è difficilmente sostenibile e attuabile, soprattutto nei Comuni di piccole dimensioni. Parola di Elena Cecotti, sindaco di Visco e coordinatore della Consulta dei Piccoli Comuni, che risponde in modo diretto alla proposta del prefetto che indica un’accoglienza diffusa con minimo 6 profughi per ogni piccolo comune fino a un massimo di 60 per i più grandi.

«Questo piano non tiene conto delle difficoltà sul territorio a partire dalla reale disponibilità (o per meglio dire la mancanza di disponibilità) di immobili pubblici liberi ed idonei all’accoglienza in tutti i Comuni – spiega Cecotti –. Pur comprendendo che un limite minimo di persone accolte sia funzionale a una più facile gestione delle attività di affiancamento ai richiedenti asilo, il numero individuato non è sostenibile per i Comuni più piccoli».

Cecotti parte da esempi concreti: «L’assegnazione di 6 migranti al Comune di Drenchia (115 abitanti) porta a una proporzione del 52 per mille, lo stesso numero al Comune di Grimacco (342) fa segnare il 17 per mille: siamo ben lontani dal limite di 2,5 migranti ogni mille cittadini concordato dall’accordo Anci Nazionale». Oltre alla concentrazione, inoltre, il pensiero per le comunità più piccole va al fatto che spesso c’è un numero maggiore di persone anziane e quindi forse più in difficoltà nel confrontarsi con persone culturalmente e linguisticamente molto diverse.

E, non per ultima, l’ulteriore difficoltà dovuta al fatto che i Comuni più piccoli hanno meno personale dipendente. «C’è una sincera preoccupazione – conclude Cecotti – che, nel doveroso tentativo di alleggerire l’eccessiva concentrazione nei capoluoghi, si inneschino ulteriori complicazioni sul territorio. Resta la speranza che i sindaci vengano ascoltati e non scavalcati nel voler risolvere quella che ormai non è più emergenza».

Secco no, infine, dal presidente della Lega Nord Fvg Mario Pittoni. «In Fvg si pianifica l’invasione,imponendo richiedenti asilo anche a piccoli Comuni sguarniti di forze dell’ordine e servizi, non in grado cioè di gestire numeri anche contenuti di migranti, giocando sullo scontro destinato ad accendersi con i Comuni che già partecipano all'accoglienza».

FONTE: MessaggeroVeneto - 12 Febbraio 2017