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Porterà lavoro o crisi ? L’OUTLET divide la città (Latisana e Ambiente)

outlet Il progetto non convince del tutto gli esercenti: svuoterà il centro storico Ma c’è chi vede un’opportunità per l’occupazione: «E valorizzerà il territorio»

LATISANA. Un investimento da 35 milioni di euro che cambierà il volto di Latisana, in chiave sia economica che sociale. L’outlet village e l’hotel di prossima realizzazione all'uscita del casello autostradale, da settimane sono al centro di un dibattito che vede opposti quanti ritengono il progetto un’ottima opportunità di rilancio, per l’intero comprensorio e quanti temono dall’insediamento solo effetti negativi, per le attività del centro cittadino. Un unico elemento accomuna tutte le posizioni ed è il fattore posti di lavoro. Due le società investitrici la Petrol Service srl di Montebelluna (non nuova a investimenti del genere nella Bassa Friulana) e Promo Center 2000 srl di Trento che nei prossimi giorni incontreranno Autovie Venete e Anas per il via libera alla rotonda di accesso all'area, mentre con la convenzione firmata dal Comune prima di Natale, hanno già il via libera alle opere di urbanizzazione e alla richiesta di permesso a costruire.

«Se è vero che porta posti di lavoro ben venga, quanto al giro di persone penso che durerà per i primi tempi, perché c'è la novità ma poi? - è quanto si chiede Elisa Bertoia, giovane mamma che per 12 anni ha lavorato nel commercio di Latisana - purtroppo – aggiunge - penso che il centro della città ne andrà a morire».

Maurizio Pascutto è un libero professionista di Ronchis e si dice subito favorevole al progetto, «perchè intanto la cosa più importante sono i posti di lavoro – dice - e poi perché è ora di darsi una mossa. Sarà un intervento di rilancio per tutto il territorio, non solo per Latisana, dove non c'è industria e non ci sono mai stati insediamenti importanti».

«Andiamo a vedere alle varie uscite autostradali dove prima non c'era niente adesso cosa c'è – dice Armando Mauro, commerciante in pensione – sono investimenti fatti bene e che fanno bene, a tutti, anche ai “brontoloni” del centro, perché gente porta gente. É ridicolo dire che non funzionerà, che non ci verrà nessuno, quello di Aiello è in mezzo ai campi, sempre pieno. E secondo me oltre all'hotel sarebbe da pensare anche a un bel parcheggio attrezzato per i camion».

«Quello che è importante in questo momento è capire la portata dell'insediamento». Interviene cauta Caterina Formentini, vice presidente della Confcommercio e titolare di dell’omonima profumeria di piazza Indipendenza, «ancora non c’è stato un confronto fra l’associazione e l’amministrazione comunale per conoscere la reale entità e i contenuti del progetto – ci dice – mi auguro che ci sia la possibilità di collaborare e che sia un'occasione di rilancio del centro. E non che diventi un ostacolo, da porre in concorrenza alle attività del centro, dopo tanti anni di sofferenza e di investimenti: molti colleghi della piazza stanno investendo e rinnovando e dopo tanti sacrifici non sarebbe giusto essere penalizzati».

Collaborazione è quanto propone anche una giovane imprenditrice, Elisabetta Parise, che si dice favorevole al nuovo insediamento e ai posti di lavoro che porterà, «nel rispetto di tutte le attività presenti a Latisana e davanti a un'occupazione reale, con contratti reali – sottolinea e poi suggerisce – potrebbe diventare anche un motivo di valorizzazione del territorio, magari come vetrina del prodotto tipicamente friulano e locale».

E fa un discorso di sinergie fra le attività del centro cittadino e quelle del futuro outlet anche Christian Chiara, titolare de Il Punto Telefonico di via Vendramin: «quello è il futuro – dice – quando esco dal casello e tutto attorno vedo campi, faccio un confronto con Villesse, Palmanova, Portogruaro e mi dico da solo che qui qualcosa non funziona. É un'occasione che va sfruttata territorialmente, con Ronchis e Lignano».

«Io sono di San Donà di Piave – racconta Luca Nardini, gestore del bar Odeon di viale Stazione – e quando si è iniziato a parlare di centro commerciale tutti erano terrorizzati. Ma il risultato è che ha portato lavoro per la gente della città e ha creato movimento di persone, anche nel centro storico. Per me il centro commerciale porterà clientela anche a Latisana».

Secondo Orietta Boldarin, titolare de Il Stusighin di piazza Indipendenza, poteva essere un’occasione quindici anni fa, ma adesso di centri commerciali ce n’è dovunque e soprattutto c’è sempre meno gente che ci va. «Portogruaro è l’esempio di cosa succede, la gente ci va ancora perché è un bel centro storico, ma quante attività hanno chiuso? Per contro anche i centri commerciali si stanno svuotando».

«Porterà posti di lavoro e spero a tanti giovani. Nuovi stipendi, nuova capacità di spesa, un po' di economica in movimento ma a che prezzo ? - dice Stefania Soranno de La Bottega Verde di via Rocca – non vorrei che a farne le spese siano i negozi del centro. Non sono contraria – ci tiene a precisare – sono però cauta nel valutare».

«Se si vuole far morire il centro di Latisana questa è la strada giusta, per me i centri commerciali non sono l'avvenire – dice Patricia Sarna che porta l'esempio delle grandi catene francesi – realtà nate ben prima che in Italia e che ora stanno scomparendo, perché nella gente c'è un ritorno al piccolo negozio, almeno impariamo dagli errori altrui». «Il centro cittadino non sarà mai in grado di fare concorrenza a un centro commerciale e sarà la fine – è l'analisi di Katiuscia Fanotto, titolare del salone KascoMatto di via Goldoni – non mi convince neanche il discorso di chi dice che si crea giro di persone, alla fine sono le stesse sottratte al centro».

FONTE: MessaggeroVeneto - 16 Gennaio 2017

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